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Paesani del mio Piemonte e contadini
capelli aguzzi di
Novara e di Vercelli
arrostiti in risaia,ubriachi senza bere vino
prima ancora alla sera di tornare indietro.
Montanari nelle baite,alla luce della lucerna,
liberi come le capre e radicati nel ghiaccio,
padroni di un cielo che non è mai coperto dal fumo,
contenti di un pezzo di pane mangiato su un sasso,
Viticultori di Gattinara e del Monferrato
colorati di verderame dai piedi alla testa
e le mani, invece,nere, colorate
dall'uva di un vino che fa rizzare la cresta,
Grandine,terremoti e temporali
hanno devastato,oggi,questa povera terra:
le melighe
sono restate nude come un palo,
sulle vigne cariche è passata la guerra,
Miseria nuova su miseria vecchia!
E tu,guardando il tuo raccolto allagato,
dici a tua moglie,in un'orecchio:
'Non piangere più,se no scappano,oggi,i figli!'
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