BiografiaConosciuta come la Giuliana ad Galinòun, dal soprannome del padre Federico, Giuliana perde la madre Giuseppina all’età di soli dieci anni e comincia lavorare per contribuire all’economia famigliare senza neppure aver conseguito il diploma di licenza elementare. Spigolatrice, operaia all’Arrigoni di Cesena, al Lanificio di Rimini, alla Corderia di Santarcangelo, domestica a ore, Giuliana è fondamentalmente una poetessa autodidatta. Nel 1964, durante la lotta operaia contro la chiusura della Corderia di Santarcangelo, compone la sua prima satra genere nel quale il padre soleva elaborare i propri componimenti che declamava durante le veglie presso le case dei contadini.Nel
1972 la Rocchi esce allo scoperto pubblicando i suoi versi su
Tuttosantarcangelo periodico dell’amministrazione clementina che
proprio in quell’anno lancia dalle sue pagine una campagna per la
valorizzazione del dialetto e della poesia dialettale. La Rocchi è inoltre compresa in svariate opere di critica e antologie tra cui: F. Brevini, Le parole perdute. Dialetti e poesia nel nostro secolo, Torino, Einaudi, 1990; Santarcangelo dei poeti, a cura di P. Guiducci, Morciano di Romagna, Banca Popolare Valconca, 1994; La poesia dialettale romagnola del Novecento, a cura di G. De Santi, Rimini, Maggioli, 1994; Le radici e il sogno. Poeti dialettali del secondo Novecento in Romagna a cura di L. Benini Sforza e N. Spadoni, Faenza, Mobydick, 1996; Poeti in romagnolo del secondo Novecento, a cura di P. Civitareale, Imola, La Mandragora, 2005; Dizionario dei poeti dialettali romagnoli del Novecento a cura di G. Fucci e G. Bellosi, Verucchio, Pazzini Editore, 2006. Bibliografia: |